Certi ricordi, racchiusi nella nostra mente, servono molto
spesso solo a farci soffrire, ritornano in continuazione e senza tregua, lasciandoci
tristi, distratti e con lo sguardo nel vuoto. Nessuno può capire perché un
momento hai un leggero sorriso sulle labbra e il momento dopo ti scende una
lacrima… i ricordi si rincorrono, uno dopo l’altro e in pochi minuti rivivi una
vita. Scrivere, parlare, sfogarsi… è importante e ognuno può e deve farlo come
sa, come può. Io voglio sfruttare il mio blog per far sapere a tutti la storia
del mio cane, il mio unico cane, una storia forse qualsiasi ma allo stesso
tempo unica e inimitabile… per me.
“Ciao Chicco… era la mattina del Natale 2003 (proprio l’anno
in cui andai a vivere da solo… una follia visto che guadagnavo poco ma volevo
provarci) e tutta la famiglia riunita si scambiava i regali. Non ho mai
sopportato più di tanto le feste e da quando sono grande anche meno… Il bisogno
di soldi ti fa sembrare tutto un’inutile perdita di tempo… “Ok, ecco qui, le
solite buste con i soldi dentro… che allegria… vabbè, meno male che ci sono,
così potrò pagare questo e quello, anzi se mi avessero regalato un paio di
pantaloni mi sarei pure arrabbiato, ne ho già due, bastano e avanzano”. Quell’anno
mio fratello Andrea mi da la solita busta ma dentro non c’erano soldi bensì una
lettera molto simpatica con la quale venivo invitato presso il canile della mia
città perché “UN AMICO” mi aspettava. Rimasi in silenzio, non capivo e non
sapevo cosa dire. Dopo la spiegazione rimasi molto a riflettere. Nella mia vita
ho sempre pensato “vorrei tanto un cane ma fino a che non potrò farlo stare
bene, fino a quando non avrò una villa con centomila metri quadrati di
giardino, non se ne parla neppure”. Non
so cosa o chi mi spinse ad accettare ma il 27/12 andai con mio fratello al
canile per scegliere il mio nuovo amico. I cuccioli, di circa due mesi, erano
tre, due femmine (una chiara e una nera) e un maschio (chiaro) che eri tu… io
mi misi davanti alla gabbia e dissi “il primo cucciolo che viene verso di me lo
prendo”. Giocherellavate tra di voi e ad un certo punto tu, il maschio, venisti
verso di me scodinzolando, ti accarezzai e feci subito pipì per terra… Deciso, sei
tu che voglio. Tua mamma è un Setter e il papà non si sa, ma sinceramente non
me ne frega niente del tuo pedigree, sei fantastico, un musetto “acchiappabaci”,
e questo basta e avanza. Il tuo nome era Maverick ma non mi piaceva e decisi
per “CHICCO”. Nella foto sei tu in auto, stiamo venendo via dal canile.
Vivo in
affitto in un condominio dove, da quando è nato (parecchie decine di anni fa),
non accettano animali. Ecco, adesso come faccio? Era inverno, io sono molto
alto e il mio cappotto è quasi un tendone… ti nascondo lì. Incredibilmente nessuno
si accorge della tua presenza, al punto che in un’assemblea chiedo di
partecipare e dico “Ehm… vorrei chiedere se posso tenere un cane nel mio
alloggio”… Inutile descrivervi le reazioni, tutti contro perché fa rumore e
sporca ma… ad un certo punto, allargo il cappotto e tu sbuchi fuori, silenzioso
e scodinzolante e io dico “beh, sono già 3 mesi che è nell’alloggio… qualcuno
di voi lo ha sentito? No perché se ha dato fastidio lo restituisco al canile”.
Stavo sudando freddo mentre dicevo quella frase… e se avessero detto “si,
infastidisce, lo riporti indietro!”? Invece vedo apparire sui loro volti un
sorriso, tutti si calmano e iniziano a dirti “beh ma è bellissimo, ma che
carino, no io non l’ho mai sentito… vabbè ma se è così proviamo”. Da quel
giorno, per farla breve, iniziarono ad adorarti tutti e la signora più
agguerrita addirittura lasciava ogni tanto sullo zerbino un pacchetto con degli
avanzi con scritto sulla carta “per il cane”… e in più dopo un po’ arrivò anche
un altro cane nell’alloggio a fianco. Chi non conosceva Chicco nella mia via?
Dolce, affettuoso, mai rompiballe (come certe persone che conosco…), discreto,
pulito, obbediente, un vero signore con le cagnette (non entro nei particolari…),
una roccia e poi, cosa incredibile, piacevi a mia mamma. Si, mia mamma non
sopportava i cani, bastava solo dire la parola “cane” che iniziava ad urlare
per la paura. Vederla prenderti in braccio, accarezzarti, darti bacini, portarti
in giro e sentirle dire “…e Chicco come sta? Domenica lo portate su vero?”… era
un vero miracolo. In effetti anche mio fratello Andrea non ha una grande predilezione
per i cani (ancor più particolare il suo regalo) eppure insieme avete fatto
tante di quelle passeggiate lunghissime che pare incredibile, ti ha anche
attrezzato l’auto in modo perfetto, sembrava un hotel 5 stelle e solo per te.
Chicco, hai trasformato tutti, hai “migliorato” tutti. Pensare che il mio
orgoglio e la mia testardaggine mi hanno fatto fare, soprattutto nel primo anno
della tua vita, tante anzi troppe stupidaggini. Volevo riuscire da solo ad
educarti e crescerti e gli errori che ho fatto sono imperdonabili. Bisogna
sempre chiedere ed informarsi se le cose non si sanno. Per esempio i primi mesi
ti portavo fuori 2/3 volte al giorno mentre invece avrei dovuto portarti fuori
almeno dieci volte al giorno. Avevo la casa piena di giornali a terra e non
bastavano perché facevi i tuoi bisogni in continuazione e ovunque. Quante volte
ti ho sgridato (oggi me ne pento amaramente) invece di capirti e assecondare i tuoi
semplici desideri che mi trasmettevi con gli occhi e non capivo. Poi, alla fine
del 2004, è arrivata la mia attuale moglie, una donna da ammirare sotto tutti
gli aspetti. Tra lei e te è stato amore a prima vista e le attenzioni che vi
davate reciprocamente erano splendide; è lei che dopo qualche anno mi ha
convinto ad andare al canile e prestare un minimo di conforto ai cani più
sfortunati di te, un’esperienza non lunga ma che ha dato molto a tutti. Nel
2011 arriva mio figlio, la paura che tu fossi geloso o che potessero esserci
dei problemi tra di voi era parecchia e invece nulla, tu lo hai accolto in modo
splendido e fino all’ultimo giorno lo hai trattato con rispetto e attenzione,
nonostante le tirate di coda e altri piccoli dispetti (senza cattiveria come
può fare un bimbo così piccolo). Arriva Maggio 2013 e inizi, ogni tanto, a
perdere un po’ di saliva dalla bocca e (purtroppo) succedeva sempre quando eri
vicino al tavolo mentre pranzavamo o cenavamo. Tutti pensammo “mamma mia hai
già mangiato e hai ancora fame, pure la bava alla bocca ti viene” e ti
allontanavamo mandandoti sul divano. A Giugno le perdite di saliva aumentano e
notiamo qualche tremore e dato che un paio di volte all’anno ti succedeva per
via delle cagnette in calore, non gli demmo peso. Arriva Luglio e alla saliva e
al tremore si aggiunge la poca voglia di mangiare, colpi di tosse e strani
momenti in cui ti mettevi seduto a fissare il vuoto. Ok, non ci sono soldi ma…
dobbiamo portarti dal veterinario, qualcosa non va. Già… era un tumore alla
gola. Che fare? Certe cure (chemioterapia) e l’operazione (rischiosissima
perché vicina a parti delicatissime) erano costosissime e con risultati molto,
molto incerti. Non potevamo (maledetti soldi) e allora il veterinario ci da una
cura a base di medicine ma ci dice che i giorni erano contati. Invece, incredibile,
dopo due giorni di medicine, sembri
rinato, tornato indietro di mesi (anzi anni) e saltavi, scodinzolavi, eri forte
e contento. Tutto questo fino a metà/fine Settembre e poi… il crollo. Tutto ciò
che ti succedeva prima sembrava moltiplicato per dieci, avevi solo rari momenti
di tonicità che ci facevano sperare ma per il resto… un calvario e ti si
leggeva negli occhi. Proviamo ad aumentare le dosi e “sembra” che qualcosa
cambi… ma non è così. Stomaco distrutto dalle medicine, cuore a mille, ormai
solo più 13 chili di quasi 19 che eri… Bisogna prendere una decisione… L’amore
che ti lega ad un essere vivente ti dice “lo voglio con me” e poi chi da il
diritto a me di scegliere per la vita di altri?… ma il cervello ti fa pensare
che forse sei un egoista, sta soffrendo e ormai da molto tempo, perché questa
tortura? Per tutta l’ultima settimana mia moglie ha pianto e io no, tenevo
dentro e pensavo, pensavo, pensavo. Questa mattina siamo entrati dal
veterinario con te e siamo usciti senza… ed è da quel momento che ho realizzato
e non ho ancora smesso di piangere. Sai Chicco, mi hanno già chiesto “ne
prenderete un altro?” e io ho risposto “quando non avrò una villa con centomila
metri quadrati di giardino”… e sappi che Federico ha già chiesto di te ma è troppo
piccolo per potergli spiegare… gli abbiamo detto che sei andato a trovare la
tua mamma.
Chicco ora sei un angelo ma lo sei sempre stato e io so che avrei
potuto darti di più ma mai quanto tu hai dato a me. Chicco perdonami se spesso non
ti ho capito, perdona i miei “adesso non posso” quando mi portavi scodinzolando
il tuo peluche per giocare, perdona le litigate in casa per i soldi e che tu
prendevi forse come rimproveri scappando in un’altra stanza, perdona se per
cercare di dare attenzione a mia moglie e mio figlio l’ho tolta a te, io ho
cercato di dare il 100% a tutti ma non è così facile, perdona se abbiamo preso
la decisione sbagliata nel lasciarti andare e perdona se invece abbiamo
aspettato troppo, perdonaci, siamo esseri umani imperfetti. Ciao Chicco, ora so
che vivi in un mondo migliore e senza sofferenza. Noi da qui ti pensiamo e ti
ricorderemo sempre, tu fai lo stesso da lassù, mi raccomando.”
Un’ultima cosa: caro essere umano, prima di prendere un cane
o un gatto o un qualsiasi altro animale pensaci… e pensa che non è un semplice
giocattolo o un soprammobile… diventa parte di te e quando viene a mancare se
ne va un pezzo del tuo cuore… ma prima lui ha donato tutto il suo cuore a te.