Questo ragazzo quattordicenne dell'Iowa dopo aver dichiarato ai propri compagni di classe la propria omosessualità è stato oggetto di ingiurie, violenze psicologiche e persino anonime minacce di morte sul cellulare via sms e via internet.
Alla madre Jeannie aveva detto: " Mamma, tu non sai come ci si sente ad essere odiati ".
Ma mostrarsi sofferente non ha migliorato le cose, anzi, è stato creato a suo nome un gruppo denigratorio sul social network Facebook, al quale sono stati invitati ad iscriversi tutti i contatti di Kenneth, ovvero i parenti, gli amici e i conoscenti che Kenneth aveva deciso di aggiungere alla propria lista contatti per condividere foto, stati d'animo e qualsiasi altra informazione avesse voluto.
Kenneth Weishuhn non ha retto il colpo e si è tolto la vita il 15 Aprile scorso.
"Era felice quando usciva con gli amici" racconta ora la mamma, "lo è stato finchè non si è voluto con loro confidare".
"Le persone che prima gli erano amiche, sono diventati i suoi carnefici" dice la sorella a KTIV, "Molti si sono uniti al macabro gioco di distruggere la sua autostima, di farlo soffrire, altri semplicemente non hanno detto nulla".
Il bullismo omofobo ha ucciso di nuovo. I familiari del ragazzo porteranno con sé un dolore incolmabile ed i colpevoli, se avranno coscienza della propria responsabilità, non potranno placare il senso di colpa per il suicidio di un loro coetaneo.
Questa società che disprezza il diverso continua a mietere vittime.
Le cose possono e devono cambiare, spetta ad ognuno di noi trovare il modo giusto per farlo e metterlo in atto, nel proprio piccolo. Parlando, dicendo NO alle ingiustizie, alle violenze. Rispettando.
Fonte: Huffpost Gay Voices